Altri echi sindonici?


Il Mandylion era un telo, ritenuto di origine miracolosa, sul quale era visibile il volto di Cristo. Oggetto molto venerato, di esso esistono numerose raffigurazioni.
Confronto fra il volto sindonico e il Santo Mandylion, Mosca, XIV secoloSanto Mandylion di Dečani, Kosovo, XIV secolo e Santo Mandylion di Asinou, Cipro, XIV secolo
Numerose attestazioni, scritte e iconografiche, tramandano che a Edessa (oggi Şanlıurfa o Urfa in Turchia) si conservava un telo con l’impronta miracolosa di sudore e sangue lasciata dal volto di Gesù.
Le diverse tradizioni oscillano nei dettagli, ma è chiaro che almeno dal VI secolo il Mandylion si trovava ad Edessa e i fedeli erano convinti che si trattasse di un’immagine acheropita (non fatta da mano umana, quindi miracolosa).
Nell’VIII secolo il Mandylion fu utilizzato per sostenere la legittimità del culto delle immagini contro l’iconoclastia allora dilagante.Certamente il Mandylion fu solennemente portato a Costantinopoli nel 944: da quella data risulta conservato nella basilica della Vergine sull’isola di Pharos. Se ne perdono le tracce durante il sacco di Costantinopoli del 1204.

 

Il Mandylion di Edessa e la Sindone
Alcuni studiosi hanno proposto di identificare il Mandylion di Edessa con la Sindone: in questa ipotesi, il primo non sarebbe altro che la Sindone piegata in modo da mostrare solo l’immagine del volto. La nascita delle varie e complesse leggende intorno all’origine del Mandylion non fatto da mano d’uomo deriverebbe in questo caso da una confusa comprensione dell’immagine impressa sulla Sindone.
Threnos, Nerezi, Macedonia, 1164Epitaffio di Stefan Uros,Belgrado, XII-XIV secolo - Schizzo di un affresco perduto, Messenia, Peloponneso, XII secolo - Epitaffio, Monte Athos, XIV-XV secolo
Nell’iconografia della Deposizione e Sepoltura di Cristo sono presenti alcuni elementi che suggeriscono la conoscenza diretta o indiretta della Sindone.
L’iconografia della Deposizione e della Sepoltura di Cristo si sviluppa a partire dal tema del Threnos bizantino (lamentazione) per poi evolversi in Occidente nel Planctus Mariae medievale e nella Pietà rinascimentale e, in Oriente, nella tradizione degli epitaphioi (veli liturgici bizantini, sindoni dipinte raffiguranti il Cristo morto deposto dalla Croce).
Nel tema iniziale del threnos si fondono elementi tratti dai 4 Vangeli canonici e altri tramandati da narrazioni apocrife. In alcuni casi la raffigurazione del telo funerario presenta caratteri che richiamano alla mente la Sindone: alcuni studiosi ritengono possibile che essa sia servita da modello, diretto o indiretto.
Codice Pray, Budapest, 1192-1195Codice Vat.Gr.511, X secolo e Imago Pietatis, Cannobio (VB), XV secolo