![Ingrandimento di una fibbra di lino](/wp-content/uploads/2017/06/fibbraLinoIngrandita.jpg)
Il filato di lino della Sindone è costituito mediamente da un centinaio di fibrille:
l’immagine risiede solo nelle fibrille più superficiali. Il processo di formazione dell’immagine, dunque, ha interessato solo uno strato sottilissimo (0,2 millesimi di millimetro), lasciando intatto l’interno del filo.
![Fascio di fibbre di lino al microscopio](/wp-content/uploads/2017/06/fascioFibbreLinoMicroscopio.jpg)
Non c’è immagine sotto le macchie di sangue (che hanno evidentemente ‘schermato’ la stoffa durante la formazione dell’immagine): quindi,
l’immagine si è formata dopo la deposizione del cadavere nel Telo.
La precisa relazione esistente tra l’intensità dell’immagine ela distanza corpo-telo implica che il Telo è stato posato sotto e sopra il cadavere, non completamente a contatto con il corpo irrigidito: ciò non contraddice le tradizioni funerarie giudaiche, che tendono a preferire un avvolgimento morbido, senza legature o nodi (i nodi sono proibiti perfino alle estremità di fili eventualmente usati per tenere insieme le estremità del telo; tale regola intende richiamare alla caducità: la sindone funeraria è destinata a decomporsi insieme al cadavere che avvolge).
REB Theory (Teoria del lampo di energia radiante):
secondo questa teoria, il corpo si è smaterializzato all’interno del telo e ha contestualmente emesso una radiazione molto intensa e molto breve che avrebbe prodotto l’immagine.
Nessuno è finora riuscito a riprodurre l’immagine sindonica in laboratorio: gli esperimenti che hanno dato i risultati con le caratteristiche chimico-fisiche più simili a quelle dell’immagine sindonica sono stati condotti bombardando tessuti di lino con raggi UV di brevissima durata e di una ben precisa lunghezza d’onda mediante un laser a eccimeri molto potente (équipe italiana dell’ENEA di Frascati).
Si noti che la notevolissima potenza erogata dal laser è in grado di riprodurre una decolorazione delle fibrille di lino con caratteristiche ‘simil-sindoniche’ su piccoli tessuti di pochi centimetri quadrati.
La Sindone ha una superificie di circa 5 metri quadrati: per duplicarla con lo stesso sistema sarebbero necessari più laser a eccimeri di quanti ne esistano nei laboratori di tutto il mondo.
L’enigma della separazione Corpo-Telo
Il contatto corpo – telo cessò in pieno stato di rigidità cadaverica: la Sindone, infatti, non reca alcuna traccia di decomposizione (che dovrebbe invece osservarsi almeno in corrispondenza degli orifizi).
Quindi, il contatto corpo – telo cessò entro circa 40 ore.
Inoltre, va detto che affinché il sangue rappreso, coagulato sul corpo del cadavere, si sciolga e si trasporti sul tessuto possono essere entrati in gioco più fenomeni, ma sicuramente il ruolo maggiore lo ebbe la fibrinolisi: in un lasso di tempo di 36-40 ore il sangue si ridisciolse e si depositò sul telo.
I contorni di macchie e coaguli di sangue, inoltre, sono netti e ben definiti, senza alcuna sbavatura (come è normale attendersi dopo il distacco di qualsiasi tessuto dalla pelle insanguinata): quindi il cadavere non fu materialmente asportato dalla Sindone.
MBT Theory (Teoria del corpo meccanicamente trasparente): secondo questa teoria, di cui esistono diverse elaborazioni, a partire dalla prima teoria presentata da John Jackson in proposito, il Telo si è afflosciato attraversando il corpo. La metà superiore del Telo, inizialmente a contatto con la parte anteriore dell’Uomo della Sindone (la metà che reca l’impronta frontale) sarebbe letteralmente caduta sulla metà inferiore, inizialmente a contatto con la parte posteriore dell’Uomo della Sindone (la metà che reca l’impronta dorsale).
Il rigor mortis è lo stato di rigidità cadaverica che insorge alcune ore dopo la morte. Nel caso dell’Uomo della Sindone, che subì una morte molto traumatica, il rigor mortis si instaurò 1-2 ore al massimo dopo la morte. Dopo circa 12 ore il processo di irrigidimento muscolare si completa ed è stabile per altrettante, per poi iniziare lentamente a diminuire. Circa 36-42 ore dopo il decesso, inizia la decomposizione del cadavere.
L’Uomo della Sindone, invece, appare in perfetto stato di conservazione e in pieno rigor mortis.