L’equivoco del carbonio 14


Dopo le ricerche condotte a partire dai risultati acquisiti nel 1978, durante l’esame diretto della Sindone, lo STURP elaborò il Formal Proposal (1984), un documento nel quale si proponevano 26 nuovi esami da condurre. Uno di questi (mentre gli altri attendono ancora di essere effettuati) era la radiodatazione del lino della Sindone con il metodo del Carbonio 14 (1988).
Il carbonio 14 ha origine dal bombardamento di atomi di azoto 14 da parte di neutroni. Il carbonio 14 è radioattivo e si disintegra ad un tasso conosciuto, ritrasformandosi in azoto 14. Il carbonio 14, come il carbonio 12, si combina facilmente con l’ossigeno per formare anidride carbonica, che a sua volta viene assorbita dalle piante con la fotosintesi clorofilliana. Mangiando, gli animali assimilano il carbonio 14. Finché le piante e gli animali sono vivi, c’è un equilibrio al loro interno fra la quantità di carbonio 14 che decade e quella che è acquisita. Quando muoiono, lo scambio con l’ambiente cessa e l’equilibrio si interrompe: il carbonio 14 inizia a diminuire irreversibilmente. Di conseguenza, più vecchio è l’oggetto, meno carbonio 14 conterrà. Da quanto rimane di esso in un reperto, si può calcolare quanto tempo è passato dalla sua morte. Ma se c’è una contaminazione da parte di carbonio 14 proveniente da altre fonti, che non può essere rimosso con il metodo di pulizia impiegato, anche questo carbonio 14 sarà misurato. Il campione risulterà essere più radioattivo e per la datazione sembrerà “più giovane”.
Prelievo di un campione della Sindone per il test del carbonio 14
Spiegazione della datazione con in carbonio 14

Un campione improbabile

In generale, è noto che la radiodatazione non è un esame infallibile: sia perché ci sono esempi di errori clamorosi su tessuti la cui datazione era nota, sia per il ruolo degli agenti di contaminazione, che possono falsare anche vistosamente il risultato.
L’esame fu condotto da 3 laboratori: Oxford (Regno Unito), Tucson (Stati Uniti), Zurigo (Svizzera).
I protocolli di laboratorio presentano alcune irregolarità:

  • non fu rispettato il criterio di esame ”alla cieca” (i campioni della Sindone erano molto ben distinguibili da quelli di confronto)
  • peso e misure dei campioni prelevati non coincidono con quanto dichiarato
  • la scelta del punto da cui prelevare il tessuto fu errata: da uno solo angolo, il più contaminato (oggetto anche di restauri medievali) e meno rappresentativo della Sindone.
AGENTI CONTAMINANTI:

  • incendi (soprattutto quello del 1532, quando la Sindone era in un reliquiario di argento: possibilità di interazioni chimico-fisiche)
  • acqua
  • restauri e ”rammendi invisibili”
  • agenti atmosferici
  • fumo delle candele
  • sudore, respiro, saliva dei fedeli
  • altri impossibili da determinare
Schema dei prelievi di tessuto sindonicoOstensione della Sindone del 1685
Le caratteristiche chimico-fisiche della zona da cui è stato prelevato il campione nel 1988 (poi suddiviso in più piccole porzioni su cui lavorare) differiscono da quelle del resto del Telo.
Elaborazione fotografica della Sindone
L’analisi di alcuni campioni di filo di lino prelevati in quella e in altre occasioni dalla Sindone dimostrano:

  • la presenza di un complesso biologico composto da funghi e batteri che ricopre come una patina i fili: tale patina è spessa quanto i fili che ricopre e non è eliminabile con i consueti trattamenti di pulizia
  • la presenza di fibrille di cotone utilizzate per riparazioni successive: i fili sono trattati con amido
  • alcune fibre della Sindone nella zona del prelievo presentano un rivestimento giallo-bruno (probabilmente gomma arabica)
Raymond R. Rogers ha pubblicato nel 2005 i risultati delle analisi condotte su fibre provenienti sia dalla zona del prelievo per la radiodatazione del 1988, sia su fibre prelevate da altre parti della Sindone: nella zona del campione per la radiodatazione ha riscontrato presenza di vanillina (che scompare gradualmente col tempo), assente invece nella parte principale della Sindone. La quantità di vanillina presente in reperti di origine vegetale può essere utilizzata per stabilirne l’antichità (altri reperti tessili sicuramente databili al I sec. d.C. ne sono privi).
PER QUESTE RAGIONI, IL RISULTATO DELLA RADIODATAZIONE DEL 1988, CHE PRETENDEVA DI DATARE LA SINDONE AL 1260-1390, NON PUO’ ESSERE CONSIDERATO ATTENDIBILE.