STURP 1978 (Shroud of TUrin Research Project)


L’idea di liquidare la Sindone di Torino come un falso c’è sempre stata: dalla prima ostensione del XIV secolo, quando c’era chi sosteneva fosse un dipinto, ai mistificatori di oggi, che propongono teorie più o meno fantasiose pur di non ammettere che, semplicemente, la Sindone esiste ed è un mistero. È un enigma come l’immagine si sia formata sul Telo ed è un enigma come il corpo si sia staccato da esso lasciando intatte e nitide le impronte del sangue.

Nel 1978 un gruppo di scienziati statunitensi potè studiare la Sindone direttamente per 120 ore consecutive.
Tra loro c’erano molti scettici, ma, effettuati gli esami (spettrografia infrarossa, visibile e ultravioletta, fluorescenza a raggi X, termografia, spettrometria di massa, test microchimici e molto altro), dovettero concludere che si trattava di un oggetto particolarissimo: l’immagine non è dipinta, non è stampata, non è ottenuta da un bassorilievo riscaldato o per strofinamento su una scultura.

MEMBRI STURP: – in neretto i partecipanti alla sessione di studio diretto sulla Sindone a Torino
Joseph S. Accetta (Lockheed Corporation); Steven Baumgart, John D. German (US Air Force Weapons Laboratories); Ernst J. Brooks II, Mark Evans, Vernon D. Miller (Brooks Institute of Photography); Robert Bucklin (Harris Couny, Texas, Medical Examiner’s Office); Donald Evan (Oceanographic Services Inc.); Rudolph J. Dichtl (University of Colorado); Robert Dinegar, Donald & Joan Janney, J. Ronald London, Roger A. Morris, Ray Rogers, Larry Schwalbe, Diane Soran (Los Alamos National Scientific Laboratories); Kenneth E. Stevenson (IBM); Al Adler (Western Connecticut State University); Thomas F. D’Muhala (Nuclear Technology Corporation); Jim Drusik (Los Angeles County Museum); Joseph Gambescia (St. Agnes Medical Centre); Roger & Marty Gilbert (Oriel Corporation); Thomas Haverty (Rocky Mountain Thermograph); Johan Heller (New England Institute); John P. Jackson, Eric J. Jumper (US Air Force Academy); Jean Lorre, Donald J. Lynn (Jet Propulsion Laboratory); Robert W. Mottern (Sandia Laboratories); Samuel Pellicori (Santa Barbara Research Centre); Barrie M. Schwortz (Barrie Schwortz Studios).

Furgone delle attrezzature per lo studio sulla Sindone
Studio della Sindone
Preparazione della Sindone per lo studio
Osservazione ravvicinata della Sindone
Studio della Sindone al microscopio

Il colore giallognolo dell’immagine dell’Uomo della Sindone è causato da ossidazione, disidratazione e coniugazione della cellulosa delle fibre di lino;

  • questo colore si trova in un film sottile che interessa le fibre più esterne e la profondità di colorazione è veramente minima: parliamo di 0,2 micròmetri, che vuol dire 0,2 milionesimi di metro;
  • è confermato che la sfumatura di questa tonalità di colore contiene informazioni tridimensionali;
  • il sangue è vero sangue, si è trasferito sul Telo per contatto e vi è penetrato prima che si formasse l’immagine, che invece è estremamente superficiale;
  • sotto il sangue non c’è immagine perché il sangue ha di fatto schermato il meccanismo di formazione dell’immagine.